
Ieri studiavo storia con mio figlio (V elementare) e nello specifico i Greci. Veniva menzionato Ippocrate quale primo medico ufficiale della storia. Questo perché era stato il primo a dire che "le malattie non compaiono per il volere degli Dei, ma per cause ambientali". Intendeva con ciò che le cause delle malattie possono essere comprese, studiate e rese sempre verificabili dall'uomo così come facciamo con scienze quali la fisica, la matematica o la chimica. Eppure, nonostante siano passati oltre 2 millenni dall'epoca di Ippocrate, a tutt'oggi l'eziologia delle malattie è generalmente sconosciuta e solitamente ricondotta all'insieme di più fattori, cosicché la credenza popolare vuole ancora che se ci ammaliamo è perchè siamo "scientificamente sfigati" - rubando l'espressione a Claudio Trupiano - oppure "scientificamente fortunati".. Ovvero, quando ci ammaliamo, crediamo a cellule impazzite a caso, senza un motivo. Come se la natura facesse cose senza senso, anche se l'esperienza ci dice ogni giorno che così non è. E ci domandiamo perché il nostro amico salutista, che ha sempre controllato la sua alimentazione e che ha sempre fatto sport a prescindere dalle condizioni metereologiche, si ammala di un male incurabile o muore di un "malore improvviso", mentre il 95enne che ha sempre fumato come un turco è sempre arzillo.
Cosa dire riguardo a questa normalità? E mi chiedo:: ma allora che differenza c'è tra il volere degli dei o la sfortuna? Siamo rimasti allo stesso schema nonostante siano passati ben 2 millenni!!
Allo stesso modo siamo incapaci di spiegare le guarigioni che per la medicina ufficiale
sono miracolose.
Deepak Chopra, medico e professore universitario indiano, nonché premio Nobel 1998, nel suo libro "Guarirsi da dentro", racconta un famosissimo caso in cui a 2 pazienti furono accidentalmente invertite le cartelle cliniche.
Entrambi i pazienti avevano richiesto un esame pneumologico a causa di una reiterata tosse. Il primo dei 2 era convinto di avere un tumore ed era davvero terrorizzato dall'idea di morire, mentre il secondo viveva il sintomo in maniera decisamente distesa. L'esame rivelò che il primo aveva effettivamente un tumore ai polmoni, mentre il secondo aveva una semplice bronchite. Ma come anticipato, erroneamente furono consegnate le cartelle in maniera inversa. Il primo, sollevato dall'esito, quindi dall'idea di non essere più necessariamente prossimo alla morte, decise di trascorrere da lì in poi una vita diversa: si concesse un viaggio, decise di restare più vicino ai suoi cari, e continuò a vivere la sua vita serenamente. Al secondo invece fu comunicato di avere un tumore ai polmoni, e in breve tempo morì. Questo caso mostra quanto davvero influiscano gli effetti placebo e nocebo.
Ma come spiega tutto ciò la scienza ufficiale? Miracoli? Fortuna e sfortuna? Se non si decide di indagare in "eccezioni" come queste, si rimane ancorati al fato, così come prima di Ippocrate.
Con onestà intellettuale, dovremmo cominciare a porci seriamente domande sulla correlazione tra mente e corpo.
Sia mie personali esperienze, sia quelle di miei conoscenti, mi hanno sempre più mostrato quanto i processi del corpo siano legati ai nostri vissuti.

Ecco la definizione che Wikipedia dà di "Metodo Scientifico". Si tratta di procedere in modo da poter raggiungere una conoscenza della realtà affidabile e verificabile.
Tornando all'esempio fornitoci da Chopra sui due signori con le cartelle cliniche invertite, è morto quello che di fatto non aveva il tumore al polmone, mentre ha continuato a vivere serenamente colui che non sapeva di averlo.
Una scienza onesta, dovrebbe concluderne che il tumore al polmone non sia necessariamente mortale ("un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato", ci dice Einstein nella frase riportata su Wikipedia), mentre dovrebbe evidentemente indagare sull'effetto che le diagnosi possono produrre sui pazienti.
Purtroppo però la medicina ufficiale tende a minimizzare (se non proprio ad invalidare, ove possibile) gli effetti placebo/nocebo, mentre spesso terrorizza per malattie che in realtà annoverano nello storico casi di remissioni spontanee, considerate "guarigioni miracolose".
E' un vero peccato che non si dedichi invece ad indagare seriamente su esiti ritenuti "anomali", perché così facendo si preclude la possibilità di comprendere (anche ufficialmente) le vere cause delle malattie.
Proprio studiando i casi anomali, che smentiscono le ipotesi date ormai per assodate, si potrebbero formulare altre ipotesi che potrebbero calzare alla perfezione con tutti i casi, e che potrebbero rivelarsi SEMPRE VERIFICABILI, nel 100% dei casi.
Ognuno di potrebbe avere piccole esperienze che mettono in luce criticità riguardo a credenze erronee, eppure ritenute insindacabili.
Voglio qui riportare ad esempio delle MIE PICCOLE ESPERIENZE che, ai miei occhi hanno smentito ampiamente alcune delle suddette credenze diffusissime, almeno in Italia.
- Prendere fresco da sudata: mia madre non mi ha mai raccomandato di vestirmi velocemente se sudavo, quindi semplicemente non lo ho mai fatto. Anzi, da sudata amo prendere fresco finché non torno alla temperatura "normale". Tutt'ora, quando vado in palestra, tutti inizialmente commentano con curiosità il fatto di vedermi uscire fuori sudatissima in canottiera ad ogni pausa, a prescindere dalla temperatura esterna, a prendere il fresco.
- Cervicale: essendo io una ritardataria cronica, mi capitava di uscire con i capelli bagnati, e questo in ogni mese dell'anno (da notare che ho sempre portato i capelli lunghi…). Mi sono sempre sentita dire che avrei sofferto presto di cervicale. Io non capivo in che modo uscire con i capelli bagnati a 20, 30, 40 anni avrebbe dovuto portarmi ad avere la cervicale in giovane età. Fatto sta che sono alla soglia dei 50, e per ora la previsione non si è ancora avverata…
- Diabete: a mio padre anni fa hanno diagnosticato diabete. Gli diedero una dieta e dei medicinali che avrebbe dovuto prendere a vita. Mio padre inizialmente ha seguito tutte le istruzioni alla lettera. Ha perso peso, ha iniziato a stare meglio, e dopo un po' ha iniziato a chiedersi perché avrebbe dovuto continuare a prendere i medicinali. Ha provato a smettere per vedere cosa sarebbe accaduto. Un giorno, 2 giorni, 3 giorni....e niente: sono passati anni ormai, e mio padre non ha più avuto il diabete pur non prendendo alcun medicinale (ha quasi 75 anni mentre scrivo).
- Articolazione temporo-mandibolare: all'età di 26 anni ebbi notevoli problemi all'articolazione temporo-mandibolare, tanto da rimanere temporaneamente con la bocca bloccata (credo vi sia stata una lussazione temporanea).. A seguito di questo episodio mi recai da un bravo odontoiatra, che mi realizzò un bite di resina specifico per la mal occlusione diagnosticatami. Anche in questo caso, la cura sarebbe stata il bite ogni notte a vita.
Ma nel 2021 feci una consulenza con un operatore delle 5LB, ed a seguito di questa, provai a non mettere il bite (non avevo mai provato prima, me lo portavo in ogni vacanza, fosse anche per un solo weekend).
Come per mio padre con il diabete, anche qui: una notte, 2 notti, 3 notti… tutto bene. Dopo 2/3 mesi senza bite e senza alcun problema decisi di buttarlo nella spazzatura, e da allora non lo ho mai più portato. Ad oggi, mentre scrivo, sono passati quasi 4 anni, e tutto procede benissimo.
Potrei continuare? Certo che si, ma mi fermo qui per non rendere noiosa la lettura.
Credo che ognuno di noi, nella propria esperienza, possa trovare ancora nuovi esempi sulla scia di questi.
Basti pensare al fatto che esistono persone in grado di camminare sui carboni ardenti!! Vogliamo trovarla una spiegazione razionale e logica al fenomeno? Certo che si, siamo qui proprio per cercare di spiegare razionalmente tutte le connessioni mente-corpo!
A presto!
Floriana
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